Non guardare al passato con rabbia. Non si può cambiare ciò che è successo, bisogna farci pace. E prima lo si fa meglio è
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Il cercatore di storie è un’attitudine prima che un’attività, diversa dall’essere semplicemente un giornalista, anche un bravo giornalista, presuppone un “coraggio di scegliere”. L’attitudine del raccoglitore di storie consiste prima nel cercarle, quelle che si fanno compagnia una di fianco all’altra, o una opposta all’altra, con fili sottili. Poi serve un’altra attitudine: che un po’ è il pudore di stare un passo indietro, e un po’ il talento umano di entrarci nel vivo, di farsene toccare.
Maurizio Crippa , Il Foglio
"Grazie a Calabresi, la vicenda di Carlo Saronio torna alla luce."
Aldo Cazzullo , Corriere della Sera
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"Quello che non ti dicono, il rimosso familiare, si rivela il rimosso più sociale che possa esistere."
Stefano Cappellini , la Repubblica
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"Mario Calabresi ama con passione le vite degli altri, gli piace raccontare le storie mai banali che le riempiono."
Dario Cresto-Dina , il venerdì di Repubblica
“Mario Calabresi coglie l’obiettivo: trasmettere al lettore l’idea della resilienza, di dover alzare lo sguardo rifiutando di farsi imprigionare da quel che è successo. La mattina dopo si può ricominciare più forti.”
Eliana Di Caro , Il Sole 24 Ore
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“Un ritratto del mondo di ieri e di un’Italia scomparsa, fiduciosa e gentile, in virtù di un giornalismo che dovrebbe riprendersi il tempo di capire come sono andate a finire le cose.”
Eric Jozsef , Internazionale
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“Non è un viaggio “dentro” le tragedie personali di questo tempo. È semmai un viaggio “al di fuori”, oltre la crisi. È un percorso che nel raccontare i day after di uomini e donne contemporanei, a partire da quello dell’autore, sembra suggerire una via d’uscita alla società dell’istante.”
Diego Motta , Avvenire
“Mario Calabresi è attratto da due cose: la capacità che le immagini possiedono di condensare e trasmettere la Storia e come i fotografi siano stati capaci di afferrare l’attimo fuggente.”
Marco Belpoliti , L' Espresso
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“Dieci incontri straordinari con altrettanti mostri sacri della fotografia che con le loro immagini hanno raccontato alcuni dei momenti più intensi e drammatici del nostro passato.”
Giuseppe Fantasia , Huffington Post Italia
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“Calabresi ha cercato gli autori delle foto che hanno plasmato il nostro immaginario e si è fatto raccontare che cosa è successo prima e che cosa è successo dopo quegli scatti.”
Il Foglio
“Storie di un Paese migliore che non appare, oscurato com’è dalla spazzatura del web e dalla cronaca degli scandali di casa.”
Paolo Rumiz , La Repubblica
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“La storia “imprudente” che Mario Calabresi racconta è di famiglia e ha inizio alla fine degli anni Sessanta, durante un aperitivo in piazza Duomo a Milano.”
Lavinia Farnese , Vanity Fair
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“Un esempio di coraggio e determinazione che è un invito ai giovani: non arrendetevi, date spazio all’immaginazione.”
Carlotta Vissani , Tu Style
With Open Eyes is the collection of Mario Calabresi's interviews with renowned international photographers (Steve McCurry, Don McCullin, Elliott Erwitt, Paul Fusco, Josef Koudelka, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin, and Sebastião Salgado): an exciting dive into history through the images and the words of great witnesses who have captured and lived some of the most tragic and intense moments of our past, creating the common historical memory with their photographs.
“Un viaggio per capire cosa ci ha dato la felicità e perché oggi gli oggetti che riempiono le nostre case e il nostro tempo non ce la danno.”
Miriam Mafai , La Repubblica
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“Mario Calabresi va in controtendenza rispetto ai catastrofisti savonaroliani, estrapolando casi-simbolo attraverso i quali scrivere a lettere cubitali un messaggio incoraggiante e positivo, specie per le nuove generazioni.”
Maria Rita Parsi , Quotidiano Nazionale
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“Si capisce qual è la speranza di Calabresi: che le sue storie servano da stimolo, che a qualcuno venga voglia di cambiare qualcosa.”
Beppe Severgnini , Corriere della Sera
“Mario Calabresi ci fa capire che la vera forza della democrazia americana non sta tanto nella potenza militare o in quella economica, quanto nella profonda fiducia di riuscire a superare gli ostacoli.”
Giovanni Russo , Corriere della Sera
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“Una pudicissima dichiarazione d’amore per gli States, ma anche una sommessa lezione d’educazione civica, senza confini.”
Mario Ajello , Il Messaggero
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“Storie raccolte per le strade degli Stati Uniti, di gente che ce l’ha fatta. Non a fare carriera, soldi, successo. Ce l’ha fatta a vivere. Partendo da uno dei tanti fondi possibili.”
Stefania Rossotti , Grazia
“Il primo libro di Mario Calabresi, serenamente pieno di dolore e di speranza, dove si racconta la sua vita da orfano della Repubblica e quella di tanti altri figli di vittime del terrorismo.”
Cesare Martinetti , La Stampa
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“Questo libro è la storia della lotta di un ragazzo che alla fine è riuscito davvero a spingere la notte più in là. Leggetelo, vi farà anche piangere, ma vi farà bene.”
Michele Brambilla , Il Giornale
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“Calabresi si guarda e si analizza come fosse un personaggio della cronaca, col vantaggio di non dover cercare le notizie, le ha tutte dentro. Si scarnifica e si mette a nudo, in nome di un’operazione-verità.”
Gigi Riva , L'Espresso
“They killed Mario Calabresi’s policeman father when he was only two years old, and growing up he found in this tragedy the force to write. In trying to understand his own grief, he comprehends the grief of an entire country.”
Roberto Saviano
Sortir de la nuit: une histoire des années de plomb
(édition française)
Gallimard - 2008
“Sans aucun esprit de vengeance, Calabresi reconstruit donc l'histoire de son père, en essayant de lui restituer une dimension humaine et intime.”
Fabio Gambaro , Le Monde
Der blaue Cinquecento: Geschichte meiner Familie im Schatten des Terrorismus
(deutsche ausgabe)
Schirmergraf Verlag - 2008