24 Marzo 2020

Viaggio in Italia

Alessandro Sala è un fotografo del collettivo Cesura. Sta vivendo la quarantena nella campagna ragusana, ma ha trovato un modo per immortalare il deserto delle nostre città da Nord a Sud. Grazie alle webcam
CONDIVIDI SU
Facebook
Twitter
WhatsApp

«Vivo in Sicilia, a Scicli, nella campagna ragusana; le finestre, i balconi e i flash-mob io li ho visti solo online. Qui non ho vicini, non ho balconi, viviamo isolati. Così ho pensato di fare un viaggio diverso. Non ho avuto un’idea originale o esclusiva – perché esistono lavori fatti utilizzando le webcam – ma ho cominciato a girare per l’Italia attraverso le telecamere, per vedere se la gente stesse davvero a casa. L’ho fatto per più di una settimana, a ogni ora, anche la notte, e giorno dopo giorno ho visto avanzare il deserto. Poi mi sono dedicato a cercare i momenti particolari. Ho messo la sveglia alle 5:30 per vedere com’era piazza San Marco, a Venezia; sono tornato di notte, ho cominciato a cercare situazioni di luce interessante. Poi ho cominciato a tagliare le immagini come avrei fatto se fossi stato lì con il mio obiettivo. Venezia all’alba; Bormio mentre sta nevicando, con una nebbia che è proprio la tempesta di neve; Rimini, con la webcam puntata sulla spiaggia e su questo Bar Rosa, in un momento di colore e di luce che mi ricordava le foto vintage degli anni Settanta. Una delle ultime immagini, forse la più iconica, è quella di un uomo con la valigetta 24 ore in mano che cammina da solo in piazza Duomo, a Milano. L’ho presa dopo che tutto è stato fermato e mi sembra, simbolicamente, “l’ultimo lavoratore”. Un luogo che non finisce mai di stupire è la fontana di Trevi, a Roma: di solito ci sono i vigili a mandare via la gente, ora ci sono solo tre persone, ma anche in questa situazione non rinunciano a farsi un selfie. A debita distanza, però, tra loro e dal monumento».

Chi è Sala, di Mario Calabresi

Alessandro Sala fa parte del collettivo fotografico Cesura, che ha contribuito a fondare a Pianello Val Tidone, sui colli piacentini, nel 2008. Tra loro c’era anche Andy Rocchelli, ucciso in Ucraina nel maggio 2014, mentre stava realizzando un meraviglioso reportage tra le famiglie intrappolate sul fronte degli scontri tra l’esercito ucraino e le milizie filorusse. Sono un gruppo molto affiatato, abituato a progettare, discutere e realizzare insieme: «Molti miei colleghi – mi racconta – stanno lavorando da Piacenza, Milano, Brescia e Bergamo. Sicuramente sarei stato tra loro, se abitassi ancora da quelle parti, ma da pochi mesi mi sono trasferito in Sicilia e mi sono ritrovato “escluso” dal partecipare alla documentazione collettiva di Cesura su questo momento. Così ho cercato il mio modo, anche a distanza, di partecipare».

Alessandro si dedica principalmente alla fotografia documentaristica di viaggio, ai “reportage geografici”, come li definisce. Ha una sensibilità particolare per la sostenibilità e le eccellenze italiane. Dal 2014, durante Mare Nostrum, ha cominciato a raccontare i migranti nel canale di Sicilia e da circa 10 anni è fotografo di scena in teatro e di performing art.

Altre/Luoghi

Ci sono altre storie da raccontare su questo stesso tema.

Pietra su pietra: la vita quando non è più notizia

L’acqua val bene una lotta

La comunità che ci ha insegnato a rialzarci

Speciale Ucraina 02. La frontiera della nostra umanità

Corina Damaschin

Ci sono altre storie
da raccontare

Iscriviti alla mia newsletter per riceverle in anteprima  e gratuitamente ogni settimana

I tuoi interessi: cosa segui?

Sei più interessato al passato o al futuro?

ISCRIVITI/NEWSLETTER

Iscriviti alla mia newsletter per ricevere storie come questa in anteprima. ☕️ Ogni venerdì mattina, in tempo per il caffé.

Il tempo del bosco libro Mario Calabresi Mondadori editore

Il mio ultimo libro

Il tempo
del bosco

Abbiamo ancora bisogno di recuperare l’attenzione, il senso di un istante in cui esistono attesa e noia, e tornare a rimettere al centro delle nostre giornate le cose importanti e non quelle urgenti.