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20 Aprile 2020

Una buona notizia dopo il buio

Fabio Bucciarelli ha fotografato per il “New York Times” il dramma della Bergamasca, entrando con i soccorritori nelle case dei malati. A distanza di qualche settimana, è tornato da quelle famiglie. E ha scoperto che dal Covid-19 si guarisce
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Era fine marzo. Nei giorni in cui l’epidemia nel nostro Paese raggiugeva il picco, il dramma italiano occupava la prima pagina del “New York Times”. Le fotografie scattate da Fabio Bucciarelli per quel reportage hanno cristallizzato la tragedia vissuta da Bergamo e dai paesi della sua provincia. Il lavoro di medici, infermieri, soccorritori. Ma, soprattutto, il dolore e il coraggio dei malati e delle loro famiglie. Bucciarelli è stato al fianco degli operatori della Croce Rossa che si sono presi cura delle persone colpite dal virus, visitandole nelle loro case e trasportandole in ospedale quando necessario. L’immagine più simbolica, pubblicata in copertina dal giornale americano, è quella di Claudio Travelli, 61 anni, a letto, sotto un quadro della Madonna e con la borsa del ghiaccio sulla testa. Ho raccontato tutta questa storia in uno degli speciali della newsletter. Ho continuato a chiedermi cosa fosse stato di lui e così ho richiamato Fabio.

La prima pagina del “New York Times” di sabato 28 marzo, con il reportage di Fabio Bucciarelli in apertura

Bucciarelli, infatti, è tornato dalle famiglie che ha incontrato in quei momenti concitati ed è rimasto in contatto anche con Michela, la figlia di Travelli. È stata proprio lei a dargli la buona notizia: il padre è guarito. Dopo essere stato ricoverato in terapia sub-intensiva a Bergamo, è piano piano migliorato ed è stato dimesso. Adesso è in attesa dell’ultimo tampone – che attesti in via definitiva la sua negatività al coronavirus – ed è potuto tornare a casa, anche se non nel suo letto ma nell’appartamento di un vicino che era vuoto. Un’emozione fortissima per lui e per i suoi cari. Una speranza per un’intera comunità che ancora vive con il cuore stretto nell’angoscia.

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