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15 Ottobre 2020

Troppa informazione, nessuna informazione

Un assolo di danza acrobatica per svelare il senso di soffocamento e disorientamento che ci provoca il bombardamento mediatico. È la performance “The Newspaper Man”, che Alexandre Duarte porta in scena a Torino. Tra giornali e contorsioni, per imparare a distinguere il vero dal falso
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C’è un momento preciso nella performance “The Newspaper Man” in cui tutto appare confuso e allo stesso tempo estremamente chiaro. Succede quando il protagonista, un uomo che vive completamente immerso nel flusso di notizie che si susseguono senza tregua sulle pagine dei giornali e sui siti di informazione, si accomoda su una poltrona e inizia a sfogliare un quotidiano. In realtà non ha alcun senso quello che sta facendo, il suo corpo è completamente avvolto con fogli di giornale dalla testa ai piedi, solo due piccole fessure per gli occhi gli consentono di vedere l’ambiente esterno che è filtrato dalle informazioni che legge.

L’acrobata portoghese Alexandre Duarte, protagonista della performance “The Newspaper Man” (foto ©Andrea Macchia per Fondazione Cirko Vertigo)

È una complessa e angosciante verità quella che l’acrobata e artista circense Alexandre Duarte porta in scena a teatro, il 17 ottobre al Café Müller di Torino (e in live streaming su niceplatform.eu), ospite della Fondazione Cirko Vertigo: il suo assolo di danza acrobatica svela il senso di soffocamento e disorientamento generato nelle persone dal bombardamento mediatico. Presentato per la prima volta l’anno scorso al Teatro Municipal do Porto, lo spettacolo è in viaggio e cambia continuamente. Durante il lockdown ha preso inevitabilmente nuove direzioni connesse alla pandemia.

«Il personaggio che interpreto è un alter ego – ci racconta Duarte in una pausa dalle prove nel piccolo teatro di Torino, di fronte a Porta Nuova – lui diventa il creatore stesso delle notizie e ne è vittima, è sommerso quotidianamente da una quantità tale di informazioni che ne rimane imprigionato. La società contemporanea è assuefatta a questa rincorsa senza freni alla notizia del momento, dove quello che si racconta viene già dimenticato il giorno dopo, perché non interessa più, perché ci sono altre notizie da dare e non c’è tempo di approfondire, di scavare.

Il mio personaggio mostra il vuoto nel quale viviamo. Specialmente di questi tempi così difficili. “The Newspaper Man” è esattamente la proiezione di tutte le storie non raccontate, dei contenuti falsi e di quelli veri, del consumo in forma compulsiva delle notizie. Lui gradualmente prende coscienza della sua condizione, riconosce che la sua finestra sul mondo può essere oscurata con un giornale e a un certo punto decide di liberarsi, anche se non capisce precisamente da che cosa visto che ad assediarlo sono solo parole che non dicono nulla».

Alexandre Duarte in un altro momento di “The Newspaper Man”: il 17 ottobre sarà in scena al Café Müller di Torino (foto ©Andrea Macchia per Fondazione Cirko Vertigo)

Alexandre Duarte è un giovane artista che ha scoperto la danza da bambino, passando per la classica, la contemporanea e quella hip hop, per poi focalizzare tutte le sue energie e la sua innegabile flessibilità naturale sulla danza verticale e sull’acrobatica. «Sono le forme che mi permettono di esplorare i limiti dell’espressione corporea. Ho scelto di lavorare sul mio corpo per scoprire come il movimento anche interno può connettermi a esso, anche a un livello inconscio. Sono partito dalla ginnastica per arrivare alla danza con gli studi alla scuola Ginasiano, a Porto. Sulla strada ho incontrato artisti straordinari come quelli del Cirko Vertigo e della Compagnia BlucinQue a Torino, o alla scuola Codarts a Rotterdam. Ho imparato che sul palcoscenico posso comunicare con il corpo quello che non dico con le parole».

“The Newspaper Man” è un assolo di danza acrobatica in cui Duarte usa la contorsione fino a perdere il controllo del corpo (foto ©Andrea Macchia per Fondazione Cirko Vertigo)

Nella performance “The Newspaper Man” l’acrobatica è la chiave per aprire la porta e aiutare il personaggio a liberarsi dalla sua ossessione. «Lo spettatore non si limita semplicemente a guardare lo spettacolo dall’esterno, ma si immerge con me e il mio alter ego nella scena. Il momento della liberazione o meglio dei tentativi per riuscirci è quello in cui uso di più la danza acrobatica. Raggiungo la massima contorsione fino a perdere il controllo del corpo. I fogli di giornale cadono a terra ed emerge la materia vera di cui è fatto l’uomo, l’umanità. Per dare corpo a questo percorso ricorro a diverse discipline artistiche come il circo e la danza, appunto, ma anche a oggetti e immagini che tutte le persone riconoscono immediatamente collegandole a un significato condiviso».

L’uomo cui dà il respiro e il movimento Duarte è «un giornale vivente, ma non sa filtrare le notizie e non riconosce quelle false da quelle vere. Su di lui il flusso di informazioni produce uno stato di sazietà dietro cui si nasconde la paura». In questo senso la danza, come la poesia, rappresenta secondo l’artista portoghese «un tempo di sospensione, di fuga, una possibilità per scoprire veramente sé stessi e il mondo che ci circonda».

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