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7 Maggio 2020

La bicicletta salverà il mondo

Prima ancora del coronavirus, le due ruote ci parlavano di un futuro più vivibile, con città più belle, accoglienti e meno velenose.
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Di fronte a noi ci sono un grande rischio e una grande opportunità. Il rischio è di ritrovarci nei prossimi mesi con città ancora più inquinate, irrespirabili e congestionate dal traffico. La paura del virus e il necessario distanziamento sociale potrebbero, infatti, spingere molti ad abbandonare i mezzi pubblici per tornare all’automobile. Un rischio che non ci possiamo permettere in un Paese che è già al nono posto nel mondo per decessi causati da gas e polveri sottili, riconducibili per il 40 per cento ai tubi di scarico dei mezzi di trasporto. Nel mondo – forse non tutti lo sanno – l’inquinamento uccide più delle sigarette.

Un cartello di attraversamento ciclabile in piazza della Repubblica, a Milano (foto di Marco Turchetto per Altre/Storie)

La grande opportunità, invece, si chiama bicicletta. Prima ancora del coronavirus, le due ruote ci parlavano di un futuro più vivibile, con città più belle, accoglienti e meno velenose. Oggi dovremmo renderci conto tutti che la bicicletta e il monopattino sono i mezzi più sicuri per attuare il distanziamento sociale. È il tempo giusto per un cambio culturale, per salvare un po’ di quel silenzio e di quell’aria più pulita delle ultime settimane. Città come Milano e Torino, tra le più inquinate in Europa, stanno pensando di aumentare i chilometri di piste ciclabili già quest’estate e il governo pensa a un bonus per l’acquisto di bici e monopattini. Non perdiamo quest’occasione per avvicinarci al resto d’Europa.

È giusto vedere cosa fanno gli altri. Da un lato, ci sono città-modello lontanissime come Oslo, che sta addirittura pensando di eliminare le auto, Copenaghen e Amsterdam. In Danimarca il 62 per cento degli abitanti usa la bicicletta per andare a lavorare, mentre la capitale dei Paesi Bassi ha deciso di eliminare entro il 2025 ben 11mila posti auto per sostituirli con parcheggi per biciclette, verde urbano e zone pedonali. Dall’altro lato, ci sono capitali che sono più indietro, ma possono essere utili come battistrada per noi: a Parigi, oggi, il cinque per cento si sposta sulle due ruote, ma la città si è data l’obiettivo di salire al dieci in pochi anni.

Dall’alto: biciclette in Foro Buonaparte, corso Garibaldi, via della Spiga e corso Vittorio Emanuele, nella Milano svuotata dalla quarantena (foto di Marco Turchetto per Altre/Storie. Turchetto fotografa il mondo per passione: ha cominciato raccontando l’universo del rugby, suo grande amore insieme alla cucina giapponese e alle strade d’America, che sono le protagoniste dei suoi ultimi libri)

Dobbiamo pensare al futuro delle nostre città e alla nostra salute, ma voglio dimostrarvi che usare la bicicletta è anche conveniente: è provato che in un tragitto cittadino fino a quattro chilometri è il mezzo più veloce, ci tiene allenati e brucia calorie. Inoltre, abbiamo il grande vantaggio che le nostre città sono ciclabili al cento per cento, sono quasi tutte in pianura e hanno un clima migliore di quelle del Nord Europa. E per chi vuole andare al lavoro senza sudare anche d’estate ci sono le bici elettriche, a pedalata assistita, una grande invenzione.

Non è necessario essere un professionista, aver fatto il Giro d’Italia o il Tour de France, per convertirsi a pedalare ogni giorno. Io, in tutte le città in cui vado, uso sempre il bike sharing; se guardo la mia app scopro che solo a Milano ho percorso mille chilometri e che negli ultimi dieci mesi ne ho fatti 300, ho risparmiato 35 chilogrammi di carbonio e bruciato 18mila calorie. Una bella soddisfazione!

*Davide Cassani, ex ciclista professionista, è il commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo

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