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31 Dicembre 2020

Dove saltano i caprioli

Stanislao Basileo ha fatto il meccanico e il fattorino. Ma da 35 anni coltiva anche l’amore per la fotografia e la natura. Ha vinto premi importanti, ritraendo luoghi da favola in giro per il mondo e vicino a casa. Nelle Langhe piemontesi, tra le vigne innevate e le luci dell’alba
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Da 35 anni la passione lo sveglia quando è ancora buio, sa che la luce dell’alba è la migliore, sa che gli animali a quell’ora prendono coraggio ed escono a curiosare e cercare cibo. E comunque sa che sarà bellissimo vedere sorgere il Sole in mezzo alla natura. Se poi, in una vigna innevata, appaiono quattro caprioli allora sa che la pazienza sarà premiata dalla magia.

La Morra (Cuneo). Caprioli tra le vigne innevate nelle Langhe (foto ©Stanislao Basileo)

Stanislao Basileo ha quasi sessant’anni, vive a Torino e da poco meno di un anno è andato in pensione dopo una vita passata a fare il meccanico di automobili prima e il fattorino magazziniere in un’azienda di abbigliamento poi. La sua passione è nata 35 anni fa, il giorno del suo matrimonio, quando i colleghi dell’officina come regalo di nozze scelsero una macchina fotografica. La curiosità lo portava a scattare ovunque e a ritrarre qualunque soggetto, poi il tempo lo ha spinto in una sola direzione: la natura. Ha cominciato a viaggiare per poter scattare immagini di luoghi da favola, dai parchi americani alle rocce rosse dell’Arizona e dello Utah, fino alla savana africana. Però non ha mai pensato che la fotografia avesse un valore solo se esotica e lontana. Così ha battuto con sistematica costanza il Piemonte e la Valle d’Aosta.

«Non è mai stato un lavoro ma solo una passione, la maggior parte delle volte torno a casa senza immagini, ma questo non mi rattrista, è l’esperienza che conta, stare nella natura, osservare in silenzio». Vivere la natura per Stanislao è qualcosa di simile alla meditazione: «Non faccio rumore, non disturbo le nidificazioni, non spavento mai gli animali e l’attesa non mi pesa».

Ricordo la prima volta che incontrai una foto di Stanislao Basileo, ero direttore della “Stampa” e pubblicammo un suo scatto di un camoscio che si arrampicava sul muro della diga del Serrù, nel Parco Nazionale Gran Paradiso, per leccare il sale presente nelle fessure della pietra. Era stata premiata a Londra al “Wildlife Photographer of the Year”, il più importante concorso di fotografia naturalistica del mondo, a cui partecipa anche quest’anno con una nuova sequenza di camosci scattata alla vigilia del primo lockdown.

La foto dei caprioli invece l’ho scoperta sul sito del “Guardian”, che annunciava i premiati del concorso olandese “Nature Photographer of the Year”. «L’ho scattata nelle Langhe, dalle parti di La Morra, dopo una leggera nevicata. Era molto presto quando ho visto un gruppo di caprioli sdraiati tra i filari delle vigne. Ho aspettato e la fortuna ha voluto che iniziassero a saltare tra un filare e l’altro, ho colto l’attimo. Il segreto è uno solo, avere pazienza e rispetto. Quello che porto a casa ogni giorno è una serenità immensa».

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