20 Luglio 2024

Sotto il cielo d’America

Marco Bardazzi per me è uno dei massimi esperti nel leggere gli Stati Uniti. Oltre a curare con me il podcast Altre/Storie americane, Marco ha una newsletter settimanale gratuita su Il Foglio. Condivido qui su Altre/Storie una prima parte della sua newsletter, esce ogni martedì

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Questa settimana vi presento la newsletter di Marco Bardazzi. Marco cura insieme a me il podcast Altre/Storie americane ed è per me uno dei massimi esperti di. Ha una newsletter su Il Foglio che si chiama “Sotto il cielo d’America” esce ogni martedì ed è gratuita Condivido qui la prima parte della sua ultima newsletter.

La newsletter gratuita di Marco Bardazzi “Sotto il cielo d’America” (vi potete iscrivere qui)

«Ciao a tutte e tutti, un tempo la corsa alla Casa Bianca ci aveva abituato all’October surprise, una sorpresa che avveniva nelle ultime settimane prima del voto e cambiava lo scenario. Stavolta invece le sorprese arrivano non solo con mesi d’anticipo, ma pure a catena.

Nel giro di poco più di due settimane è cambiato tutto, prima per effetto del Dibattito, poi adesso dell’Attentato. Due eventi da scrivere con la maiuscola perché entrambi, a modo loro, sono già entrati nella storia.

Provare a immaginare quale sarà la prossima parola che scriveremo con la maiuscola è un esercizio difficile, in questo scenario in continua evoluzione. C’è sempre la possibilità che la parola sia il Ritiro, se arrivasse il gigantesco colpo di scena di una decisione di Joe Biden di rinunciare a correre per un secondo mandato per lasciare spazio a qualcuno più giovane e carico di energie. Solo che se l’ìpotesi era diventata un tema enorme dopo il Dibattito, è stata ridimensionata dopo l’Attentato.

Non che Biden sia riuscito ancora a superare la crisi, nonostante le interviste tv (dopo quella alla Abc, ieri è toccato alla Nbc) e la discussa conferenza stampa al termine del vertice della Nato. Per ora sembra solo aver guadagnato un po’ di tempo, mentre il paese fa i conti con lo shock del fallito assassinio di Trump e al presidente in carica tocca il compito di fare da pacificatore con i messaggi dallo Studio Ovale.

La scena in questi giorni è tutta dei repubblicani, con la convention di Milwaukee, in Wisconsin, che doveva essere una celebrazione del programma politico con cui Trump vuole riprendersi l’America ed è diventata invece una festa del ringraziamento per il Capo ferito, sopravvissuto e più forte di prima.


Donald Trump e Joe Biden nel primo dei due confronti presidenziali svoltosi ad Atlanta il 27 giugno scorso e trasmesso dalla CNN. Ve lo abbiamo raccontato nella prima puntata del podcast Altre/Storie americane

La prima serata della Convention repubblicana è stata ricca di sorprese, dall’apparizione di Trump con l’orecchio bendato all’annuncio del suo candidato vicepresidente, J.D. Vance.

Ci sono due modi per cercare di capire e giudicare J.D. Vance, il giovane senatore dell’Ohio che Donald Trump vuol portare con sé alla Casa Bianca come vicepresidente se vincerà le elezioni di novembre. C’è chi lo ritiene un trasformista, ambizioso, capace di reinventarsi più volte nel corso della vita pur di avere successo e visibilità. E c’è chi lo considera un personaggio complesso, da non ridurre a semplificazioni, disponibile a cambiare sponda per convinzione, non necessariamente solo per dare la caccia al potere. Da quando Vance è diventato una celebrità nel 2016 per il suo best seller “Hillbilly Elegy” (Elegia Americana), è accompagnato da detrattori e fan che dibattono su questa duplice lettura: trasformista o complesso?

(Il mio profilo completo di Vance è qui)

Il tentato assassinio di Trump farà passare in secondo piano il programma politico dell’ex presidente, la piattaforma di idee e proposte su cui vuole costruire il secondo mandato e che verrà fatta approvare alla convention.

Qui trovate sul Foglio un’analisi della piattaforma, a sua volta probabilmente destinata a essere emendata e cambiata per effetto del nuovo scenario che si è aperto dopo l’attentato. È utile però ricordare i venti punti sintetici che Trump in persona ha scritto e riscritto in vista dell’appuntamento di Milwaukee e che vogliono essere la sintesi del suo progetto per l’America dei prossimi anni. Li proponiamo qui di seguito (maiuscole, superlativi ed esclamativi sono tutti opera di Trump)».

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