“Ancora e ancora fiorirà l’albero
questo soltanto voglio sapere
di fronte al finale sommesso splendore
di tutte queste foglie cadenti”.
Abbiamo tutti bisogno di ricordarci che tornerà la primavera nelle nostre vite, che arriverà un momento in cui il virus diventerà un ricordo, faticoso e doloroso ma un ricordo. Che torneremo a uscire e a incontrarci senza paura e senza mascherine, a darci la mano, ad abbracciarci. Di fronte ai numeri dei contagi, all’idea di un Natale solitario e confinato, fatichiamo a immaginare il mondo che era e non riusciamo a progettare il futuro.
Per questo ho scelto le immagini di un fotografo che ama i colori dell’autunno, i più belli che la natura regala ogni anno, e per questo ho trascritto l’ultima poesia di Tonino Milite, mio padre adottivo, che fino al suo ultimo giorno ha coltivato tenacemente uno sguardo sul futuro.
Gabriele Lorenzini, il fotografo del paesaggio
di Anna Dichiarante
Gabriele Lorenzini ha 36 anni ed è un fotografo professionista, ma, soprattutto, ama insegnare a fotografare a chi professionista non è. Vive a Cervia, in provincia di Ravenna, ma, soprattutto, viaggia in Italia e all’estero. Il soggetto principale delle sue immagini è il paesaggio e, per questo, lui è sempre in cerca di nuovi panorami o di sfumature diverse per immortalare posti già visitati. Da una decina d’anni organizza corsi, laboratori e viaggi per gli appassionati che vogliano imparare sul campo i fondamenti della sua arte.
La stagione che, secondo lui, regala una magia speciale ai paesaggi è l’autunno. «Il clima, le nuvole basse, la nebbia e la luce particolare – spiega – offrono condizioni ottimali per scattare. I luoghi diventano più interessanti». Ottobre è il mese privilegiato per i viaggi di Gabriele e dei suoi allievi. Si apprendono le tecniche di fotografia paesaggistica e notturna, si vedono cose sconosciute e si condivide l’esperienza. Le destinazioni sono varie e, in genere, si torna nelle stesse sia per esigenze organizzative sia per verificare come cambiano nel tempo. Ma spesso si fanno sopralluoghi in posti nuovi.
«Tra le mete più ricorrenti nel nostro Paese – racconta il fotografo – ci sono le Dolomiti, l’Appennino Tosco-Emiliano, la Val d’Orcia… Poi ci sono quelle estere, dalla Francia alla Slovenia, dalla Norvegia all’Islanda». Certo, quest’anno reportage e formazione “itinerante” sono stati frenati dalla pandemia; da giugno, terminato il lockdown, le attività sono riprese, ma per la maggior parte entro i confini nazionali. L’autunno, però, ha dato il meglio dei suoi colori anche questa volta.
Ecco, allora, alcuni consigli del professionista ai fotografi amatoriali: «Innanzitutto, bisogna scegliere il panorama giusto, con una bella vegetazione e dei bei colori. Poi, occorre andare nel momento più adatto: se la giornata è nuvolosa, possono venire immagini buone, ma non si deve inquadrare il cielo; se è un giorno soleggiato, il tramonto è l’orario ideale per enfatizzare la luce. Il passaggio successivo è riuscire a usare i filtri, come il polarizzatore per rendere le tinte più vivaci o per eliminare i riflessi dell’umidità sulle foglie».
Adesso, l’inverno bussa alle porte. E per Gabriele inizia una nuova stagione di fotografie: «In base al luogo scelto e, quindi, in base alla posizione geografica, all’altitudine e alle condizioni meteorologiche, l’autunno finisce con più o meno anticipo. Sulle montagne, per esempio, la neve ha già fatto capolino». Quando conclude il suo lavoro in Italia, solitamente Gabriele si dirige verso l’estremo Nord del mondo. Un altro soggetto che lo affascina, infatti, sono le aurore boreali. Sperando che il virus non lo costringa a rinunciare allo spettacolo.