Un privilegio. Da sempre ho considerato un privilegio aver frequentato Margherita Hack, aver avuto la possibilità di lavorare al suo fianco, aver avuto il piacere di passare tempo con lei: in silenzio, chiacchierando, ridendo. Ridendo tanto. Tantissimo. Un privilegio, sì. Da condividere, soprattutto con le nuove generazioni. Poi con chi Marga non l’ha conosciuta, non l’ha letta, o semplicemente non si è chiesto cosa c’era dentro a quella testa bianca e spettinata. Da qui l’idea, quasi la necessità, di raccontare la sua storia, ripercorrendo i suoi 91 anni di vita, ripartendo da dove questa storia era iniziata, esattamente cento anni fa.
Giorni di lavoro, di viaggi, di interviste, di ricerche di archivio, di messa a sistemi di appunti, ricordi, miei vecchi articoli e miei vecchi block notes. Oltre alle foto, bellissime, date in pasto a Marianna Balducci, bravissima artista che ha trasformato quei vecchi scatti in immagini nuove, moderne, divergenti. È nato così “Nata in Via delle Cento Stelle”: un omaggio alla vita, anzi alle vite, di Margherita Hack.
Ma in questo mio riaprire scatole e scatolini dimenticati in garage, ho trovato anche un vecchio registratore digitale. Sapevo di averlo da qualche parte, ma non ricordavo dove. E lì, premendo il tasto “play”, mi è risuonata la voce di Marga. Una decina di anni fa le avevo chiesto se potevo registrare la sua voce, se aveva voglia di riguardare con me al film della sua vita, se c’erano cose che mai aveva detto o che aveva voglia di dire. Un lungo dialogo, durato più giorni, a casa sua: tra i suoi libri, i suoi gatti, il suo Aldo e i suoi affetti. Un dialogo intimo. Sporco. Sregolato. Senza copioni e senza compromessi. Un dialogo istintivo. Generoso. E affettuoso.
Riascoltarlo, ad anni di distanza dalla sua morte, è stata l’emozionante conferma di quanto Margherita fosse ancora attuale, moderna, lungimirante, presente e coinvolgente. Superata la fase delle lacrime (c’è stata, lo ammetto) e quella dei sorrisi (immancabili) – insieme alla brava e complice Silvia Righini – ho cercato di costruire attorno a quella voce una biografia – assolutamente non completa – ma che fosse abbastanza rigorosa e spettinata da offrire uno sguardo nuovo, atipico e inedito su Margherita.
Margherita, la bambina che voleva solo salire sugli alberi. Margherita, la studentessa rimandata in matematica. Margherita l’atleta. Margherita l’amica dei gatti. Margherita l’antifascista. Margherita, che andava in bicicletta ma che con il primo stipendio ha comprato due moto. Margherita, e l’amore mai finito per Aldo. Margherita astrofisica per caso. Margherita, la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia. Margherita e le partite di pallavolo. Margherita e le lotte per gli ultimi, per gli animali e per tutte le minoranze. Margherita la vegetariana. Margherita che non aveva paura di morire ma avrebbe voluto vivere altri 10 mila anni per scoprire ancora un sacco di cose.
Margherita, che anche stanca e zoppicante, era sempre un passo avanti. Margherita insomma. O, semplicemente, “Marga”. Una voce di cui si sente la mancanza. Una voce ancora tra noi.
*Giornalista, autore, scrittore e conduttore. Per la radio, la tv, il web e la carta stampata si occupa di divulgazione scientifica, tematiche ambientali, nuove generazioni e piccole storie virtuose. Ha condotto Screensaver su Rai3 e Nautilus su RaiCultura. Con Margherita Hack ha scritto il libro Perché le stelle non ci cadono in testa? e con Telmo Pievani ha realizzato il podcast Terra in vista – La scienza e la tecnologia spiegate a mio figlio. Nel 2022 pubblica con la climatologa Elisa Palazzi “Bellomondo”, un podcast originale Spotify prodotto da Choramedia sui temi della sostenibilità e dell’ecologia.