Questa newsletter è una cartolina dalla Norvegia. Anzi, sono tre cartoline da tre musei di Oslo che mi hanno sorpreso: Fram, Norsk Folkemuseum e Munch. Nel primo, costruito intorno a due barche speciali che si chiamano Fram e Gjøa, protagoniste della stagione delle esplorazioni polari a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, ho conosciuto un uomo di straordinaria caparbietà che, con grande coraggio e passione, è riuscito a rendere reali le sue visioni.
Quest’uomo si chiamava Roald Amundsen, fu il primo al mondo a raggiungere il Polo Sud nel 1911 e a percorrere con la piccola Gjøa il Passaggio a Nord-Ovest, la rotta marina che navigando attraverso l’Artico mette in comunicazione l’Oceano Atlantico con il Pacifico. Impiegò tre anni, con un equipaggio di sole sei persone, e la gran parte del tempo la passò vivendo a bordo intrappolato tra i ghiacci. Fu anche il primo a sorvolare, con il dirigibile Norge (di fabbricazione italiana), il Polo Nord. Lo fece in compagnia dell’esploratore italiano Umberto Nobile. Amundsen morì nel giugno del 1928, quando l’aereo con cui stava andando a cercare proprio Nobile, che era disperso dopo l’incidente del dirigibile Italia, si inabissò nelle acque del Mare di Barents.
Le sue storie riempiono il museo Fram, insieme a quelle degli esploratori polari norvegesi, e la possibilità di salire a bordo dei due vascelli regala la sensazione di immedesimarsi in quella stagione epica di scoperte e di viaggi.
Il Norsk Folkemuseum invece ti riporta con i piedi per terra: è un viaggio nella storia della Norvegia attraverso una grande collezione all’aperto di edifici (ben 160) di epoche diverse. Un museo di case, costruite tra il tredicesimo e il ventesimo secolo, che sono state trasportate da ogni angolo del Paese e rimontate dando vita a un villaggio del tempo in mezzo ai prati. Entrando nei granai, nelle case medioevali, in quelle del primo Novecento, in una chiesa in legno del 1200 ci si immerge nella vita quotidiana di donne e uomini di epoche diverse. Un’idea semplice ma geniale che funziona meglio di un film e di molti libri.
L’ultima cartolina è dedicata al museo che contiene il più famoso quadro norvegese: l’urlo di Munch. Tredici piani interamente dedicati al pittore Edvard Munch (1863-1944) e alla sua arte inquieta, che rappresentava ansie, tormenti e malesseri. Oltre a 4 versioni del famoso urlo (che vengono mostrate, una alla volta per mezz’ora) la collezione del museo ha quasi 28mila opere del prolifico e geniale artista norvegese. Potrebbe sembrare troppo, ma non ci si annoia e il premio finale, all’ultimo piano, è una terrazza con la più bella vista della città. Buon inizio d’estate.