18 Gennaio 2025

Anatomia di una fuga

Esattamente un anno fa veniva arrestato Matteo Messina Denaro dopo una latitanza lunga trent’anni. Il giornalista Giovanni Bianconi segue la sua fuga – e i tentativi di fermarla – dal primo giorno. Nel podcast “In fuga” raccontiamo insieme l’incredibile parabola dell’ultimo dei boss
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Giovanni Bianconi è un giornalista vecchia maniera: legge tantissimo, archivia tutto ciò che gli sembra degno di nota, studia e cura in modo costante le sue fonti. Non esiste un suo articolo che sia impreciso, ogni informazione è controllata in modo maniacale. Nel tempo della velocità cura la lentezza come antidoto al falso e al superficiale. Così, quando il 16 gennaio del 2023 hanno arrestato Matteo Messina Denaro, la prima telefonata che ho fatto è stata a lui. Era all’aeroporto di Fiumicino e stava per volare a Palermo, esattamente come aveva fatto trent’anni prima per andare a raccontare la cattura di Totò Riina. Volevo sentire il primo commento di una persona che aveva seguito, giorno dopo giorno, tutti i trent’anni della caccia all’ultimo mafioso stragista ancora in libertà.

La copertina del podcast “In fuga“, online su tutte le piattaforme di streaming audio

Quando Giovanni ha cominciato a raccontarmi i tre decenni di latitanza e i quaranta giorni dell’ultima incredibile indagine che hanno portato all’arresto di Messina Denaro, ho subito pensato che questa storia meritasse una serie podcast. 
Giovanni, che è inviato del Corriere della Sera, mi ha detto subito di sì e ha fatto alla sua maniera: si è procurato tutti i faldoni delle inchiesteha intervistato per mesi tutti i protagonisti della cattura, magistrati e carabinieri, poi ha ricostruito gli sforzi di trent’anni con poliziotti, analisti e giornalisti e ha cominciato a scrivere. Aveva tra le mani un materiale sterminato, con una quantità di informazioni, storie e anche aneddoti che non avevo mai visto. Li abbiamo messi sul tavolo e abbiamo chiesto a Stefano Bises (sceneggiatore della nuova serie televisiva “M”, così come di Gomorra o delle serie e dei film di Bellocchio) di aiutarci a dare un ritmo alla narrazione.

Così è nato “In Fuga”, un podcast in cinque puntate che io e Giovanni raccontiamo insieme e che è disponibile gratuitamente su tutte le piattaforme.

Con Giovanni Bianconi presentando il Podcast “In fuga, sulle tracce di Matteo Messia Denaro

Considero questa serie una pagina felice di giornalismo, perché mostra come esista un modo per raccontare le notizie in modo serio e approfondito ma anche avvincente, capace anche di spiegare che cosa sia stata la mafia e come si sia trasformata negli anni. Ma soprattutto raccontando come sia stato possibile che l’ultimo dei boss sia riuscito a restare così a lungo in libertà. La spiegazione più vera e disarmante sta nelle parole dello stesso Messina Denaro: «Nascondendomi come un albero nel bosco». Rimanendo nel suo ambiente, facendo una vita normale, protetto dalle coperture della sua famiglia, del suo territorio e dalle connivenze della politica e degli infiltrati negli apparati.

L’ultimo dei boss aveva un sogno: beffare lo Stato restando latitante fino all’ultimo giorno della sua vita, così come aveva fatto suo padre Francesco, il cui corpo venne mostrato ai carabinieri quando era già nella bara, alla camera ardente. Invece la sua vita si è conclusa in un carcere di massima sicurezza, grazie al fortunato ritrovamento di una cartella sanitaria miniaturizzata nascosta nella gamba di una sedia e ad un’indagine innovativa e sorprendente.

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